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Presentato il libro “I grandi pesi medi da Jack Nonpareil Dempsey a Marvin Hagler”
Gianni Virgadaula, regista, scrittore, sceneggiatore, tra l’altro ha collaborato con grandi nomi come Zavattini, Fellini, Avati e Loy, oltre al suo lavoro e alla famiglia ha coltivato e coltiva ancora una passione, che lo ha visto iniziare sul ring giovanissimo come peso mosca. Un breve trascorso quello di pugile per lasciar posto agli studi, al lavoro e alla sua attività. Parliamo di un appassionato che non ha mai abbandonato il mondo dei guantoni collaborando con riviste (da 25 anni con Boxe Ring) italiane e straniere. Nel suo coinvolgimento alla noble art c’è una categoria che lo ha sempre affascinato e non solo a lui: quella dei pesi medi. Chiese nel 2007 all’allora direttore di Boxe Ring, Gualtiero Becchetti, di poter scrivere alcuni articoli sui grandi campioni e nacque così una rubrica intitolata “I medi da leggenda”. Ne scrisse ben 18 e alcuni furono riproposti più tardi nel sito di Boxeringweb. Ma in pratica non riuscì a completare il messaggio sulla grandezza della categoria e dei suoi campioni. Alla fine tra un impegno e l’altro ci è riuscito ed ecco non per incanto, ma soprattutto per la sua passione e testardaggine, apparire “I grandi pesi medi da Jack Nonpareil Dempsey a Marvin Hagler”. Gianni Virgadaula ha presentato il suo libro, tra l’altro patrocinato dalla FPI, in una palestra storica romana come la “Boxe Roma Casalbruciato” di Marcello Stella, che ha compiuto 50 anni di attività. Oltre all’autore non poteva mancare Nino Benvenuti, anche lui grande protagonista nel libro di un periodo aureo, forse irripetibile. Quasi si commuove il nostro Ambasciatore della boxe ricordando Emil Griffith, la sua amicizia, la sua stima, il suo affetto. Fu una trilogia memorabile, ben raccontata, ma quello che Benvenuti vuole far rimarcare è la lealtà sul ring, come due cavalieri del medioevo. Ogni campione nel libro di Virgadaula ha il suo spazio, utile a ricordare e in molti casi a far conoscere grandi personaggi, che oggi rischiano di stazionare in quel cassetto della nostra memoria dove c’è scritto “dimenticatoio”. Internet è importante, immediata, ma è volatile, il libro da qualche parte anche con il passare degli anni e dei secoli rimane, come un testamento lasciato in eredità. Durante la presentazione ci sono stati gli interventi di Dario Torromeo, dalla sua penna prima e dalla sua tastiera poi sono usciti ben 18 volumi sulla boxe, di Marco Impiglia, storico dello sport, autore del libro sul centenario della FPI. C’è posto anche per un accorato intervento di Domenico Spada, attuale campione italiano dei medi, a favore dei nostri pugili e delle difficoltà che incontrano nel professionismo. Si parla anche di cinema con il critico Francesco Gallo con il quale viene ricordato “Lassù qualcuno mi ama” e “Toro scatenato”, dove si parla della furiosa trilogia di Tony Zale contro Rocky Graziano nel primo, e la vita avventurosa di Jack LaMotta e le sue sfide con Ray Robinson nel secondo. Grazie a Virgadaula impariamo a conoscere altri campioni per un totale di 22 ritratti o monografie che insieme formano la storia di questo sport attraverso un percorso simile ad un romanzo. La bravura dell’autore, allenato per la regia cinematografica, la percepisci subito nell’inquadrare immediatamente il personaggio, legato alla sua epoca. Lo stile è incisivo e scorrevole come piace ai giovani d’oggi e forse proprio a loro lo scrittore si rivolge. Nell’ultimo capitolo Virgadaula si domanda: “Chi è stato il più grande”. Prende spunto da classifiche stilate in varie epoche da grandi giornalisti ed esperti come Nat Fleischer, Nat Loubet, Roberto Fazi e Rino Tommasi, e devo dire che qualche sorpresa c’è e non la sveliamo.
Il libro è suddiviso in tre parti, tre tempi cinematograficamente parlando: 1) I pionieri, 2) La magnifica dozzina, e 3) Gli ultimi re. Ogni parte termina con una galleria di foto ormai storiche.
La grafica pur nella sua semplicità è accattivante grazie alla Edizioni Arianna.
(Alfredo Bruno